M. Antonella Del Monaco

Nella sede del Parlamento europeo, a Bruxelles, si è concluso, ieri, l’incontro “Europa Kojève 2018”, che ha visto riuniti responsabili pubblici, che hanno svolto incarichi politici ed economici nelle Istituzioni dell’Unione Europea, docenti universitari, studiosi di Kojève e psicoanalisti del Campo freudiano, attorno al tema L’Europe entre mondialisation, empires et populismes: “Res Publica” ou “ fin de l’Histoire”?
Si tratta di un evento, la cui importanza non ha bisogno di essere sottolineata, rispetto al quale i tre colleghi che sono stati invitati ad intervenire – M. Bassols, E. Laurent e A. Stevens – testimoniano degli effetti della mobilizzazione in campo politico attuata, lo scorso anno, da J.-A. Miller e dall’ECF, della operatività dell’interpretazione: “Campo freudiano Anno Zero” e del desiderio dell’analista che si gioca in un campo, fino allo scorso anno, inedito.
“Qualcosa ha avuto luogo. Qualcosa si è scritto. Qualcosa è stato toccato, è stato messo in questione nelle fondamenta del discorso analitico”[1]
Mi domando: il desiderio dell’analista ne è toccato? E in che modo? Si apre la prospettiva di un nuovo annodamento tra intensione ed estensione, in cui il desiderio dell’analista gioca la sua funzione, non solo, nella cura ma anche in campo politico?
È ciò che i colleghi di Nantes metteranno al lavoro, la prossima settimana, durante la “Semaine Lacan” incentrata su “L’inconscio è la politica.” Evento che s’inscrive nel solco aperto dall’interpretazione di Miller.
È ciò che si è dibattuto nella Giornata della Question d’Ecole, che si è tenuta a febbraio 2018, a Parigi, anch’essa incentrata sul tema “Nuove figure dello psicoanalista”, che mirava a mettere in evidenza gli effetti politici della formazione: il risveglio, l’atto e l’azione, e in cui AE della Scuola Una hanno testimoniato come il passaggio dalla fine dell’analisi al sorgere di quel desiderio inedito – desiderio dell’analista – si apra, per ciascuno, uno per uno, anche, verso una dimensione dell’atto che sfocia nell’ingaggiarsi nelle questioni politiche.
Del resto, il Presidente dell’AMP, nella giornata sulla passe che si è tenuta il 1° aprile a Barcellona, richiamava l’importanza di annodare la questione della Passe all’interpretazione “Anno zero”.
Ma cosa vuol dire “Anno zero”? E’ un significante che va interrogato nell’ottica di un’elaborazione da costruire attorno alla questione Psicoanalisi e politica.
“Anno zero”, precisa Miller, nel suo Corso di psicoanalisi del 24 giugno 2017, “è il significante che interpreta il periodo che si è prodotto nel Campo freudiano”[2] e che ne inaugura un nuovo tempo. E’ un’interpretazione che, a mio parere, siamo impegnati, singolarmente, a far sì che non sia ridotta ad uno slogan, ma che, al contrario, deve essere interrogata e posta al centro del lavoro di ogni Scuola.
Come dice Miller, di quel qualcosa che è a-caduto “noi dobbiamo renderne conto e renderlo un momento fondativo.”[3]
Mi attendo che il Convegno della Slp, che si aprirà fra qualche giorno, possa essere un, primo, momento di Scuola, fecondo per una messa al lavoro che non può più attendere, visto che siamo alle soglie del Campo freudiano Anno Uno!

[1]J.-A. Miller, Corso di Psicoanalisi, IlPunto di capitone. Corso del 24/06/2017 a l’ECF. In video:https://www.lacan-tv.fr/video/cours-de-psychanalyse-1ere-partie-le-point-de-capiton/ (Traduzione dell’autore).
[2]Ibidem.
[3]Ibidem.