Silvano Posillipo

Sigmund Freud, è noto, non ha mai ricevuto alcun Nobel per la sua notevole produzione teorica nonostante fosse apprezzato e stimato da eminenti intellettuali e scienziati dell’epoca.

Negli ultimi dieci anni, al contrario, il premio è stato assegnato a diversi psicologi-economisti di estrazione cognitivista formatisi nel solco degli studi di J. von Neumann e J. Nash. Universitari impegnati a dare consistenza matematica, provata, alle scelte soggettive e collettive a partire da un rigido e valido corollario matematico da applicare a strategie d’investimento, logiche di rischio, di motivazione, in altri termini, di decisione per le condotte macro e micro-economiche.

Si tratterebbe di verificare con la massima approssimazione il punto di intersezione tra desiderio e dispendio sempre a partire, però, da una valutazione razionale e ineccepibile del miglior modo possibile di problem-solving.

I paradossi sono evidenti, come pure le scelte dell’Accademia Reale Svedese che non sorprendono: restano decisioni dell’Accademia, la più tradizionale.

Marx resta agli onori dell’attenzione non solo per aver sottolineato il rapporto di sfruttamento padronale (conosciuto sin dai tempi più antichi), o per la capitalizzazione, che non è certo rimasta immutata nel corso dei secoli, dato che, le sue trasformazioni hanno permeato la vita civile e i suoi disordini.

La teoria marxiana resta un punto di interpretazione coerente che avvicina l’incrocio tra politico e umano e Lacan indica Marx come l’autore che ha messo in luce l’aspetto sintomatico del sistema capitalistico.

Struttura di discorso che ha il suo centro nel godimento ricavato e restituito come più-di-godere dal corpo del lavoratore parassitandolo. Questo godimento parassita, illimitato dalla metodicità del lavoro del capitalista, viene oggi inventariato e calcolato per meglio riprodurlo. Non conta più la percentuale di sottrazione, conta la gestione del sintomo “soggetto” umano.

J. Schumpeter, economista connazionale e, in parte, contemporaneo di Freud, pensava la crisi del capitalismo per effetto della caduta degli ideali, del sogno etico dell’imprenditore. Come per Freud anche Schumpeter credeva al buon uso del Nome del Padre e alla sua utile caduta, ma non poteva prevedere che tra i nomi supplenti si potesse produrre la permeazione mediatica, tecnocratica, del godimento diffuso: sintomatico certo, ma senza per-versione, quindi senza un limite etico alla volontà superegoica.

Dove allora girano le vorticose rotelle del capitalismo? In quale dimensione l’entropia? Si tratta pur sempre di una superficie che ha perso parte della sua dimensione simbolica: l’alethosfera, di cui parla Lacan nel Seminario XVII, ha consistenza e ex-sistenza: è nella gamma degli oggetti produttori di senso, laddove, un tempo, era questione inclusa nel linguaggio.

“Il sintomo” scrive J.-A. Miller “fa il cammino inverso del cammino che va dal godimento alla contabilità. Il sintomo fa passare al contrario dalla contabilità al godimento. Nodo borromeo che procede dal simbolico al reale. E’ là che bisogna situare l’operazione del sintomo, dall’uno dell’inconscio alla scrittura della lettera”.

Il sintomo ossessivo è preciso nel fare la contabilità dei godimenti per mortificarsi di fronte al suo Altro. Ne fa topi, per esempio. Oggi algoritmi e loro app.

La superficie incisa dal discorso del padrone, attraverso l’alethosfera, è il corpo al di là della biopolitica, è un parlessere con il suo godimento di sinthomo. Si tratta quindi di andare oltre Foucault che resta nella gabbia della trasgressione e della legge.

A questo livello si situa il desiderio dell’analista. Nel discorso contemporaneo la fascinazione immaginaria cerca di supplire alla credenza nel padre e nelle insegne derivate dall’ordine simbolico. Differentemente l’analista punta a farsi partner del reale. Il suo desiderio, portato a dimensione dell’oggetto a, sollecita il soggetto verso il varco che sta nel trauma inciso nella carne prodotto dalla causa.

Si sostiene con la presenza questo “verso il reale”, contingenza per ridurre l’angoscia, dato che, dietro i sembianti, non c’è che il vuoto della causa intorno cui gira il dire. Buco di sapere e sintomo nel corpo: il desiderio è ‘interrogativo e domanda rivolta alla causa logica. Per l’analista: offerta di desiderio per far emergere il sintomo fino al resto di reale, impossibile a nominare.