Sylwia Dzienisz

Oggi, 4 giugno, Lech Wałęsa pubblica sulla sua pagina Facebook la foto di un poster elettorale del 4 giugno 1989 che dice: “Non dormire perché ti voteranno contro”[1]. Riferendosi alla data delle prime elezioni parlamentari semi-libere in Polonia che segnarono la caduta del regime comunista durato quasi cinquanta anni. Il voto di quel giorno era fondamentale per l’acquisizione della democrazia in Polonia e nonostante avessi solo 4 anni ricordo bene le persone che andavano alle urne elettorali di Danzica con gioia e speranza. Il voto era un diritto riacquisto dopo un lungo periodo. Per molti si trattava del primo voto nella loro vita avendo vissuto sotto due regimi (occupazione nazista fino al 1945 e dal ’45 regime comunista). Non era una questione “solo politica”, era una questione importante dal punto di vista soggettivo per ogni cittadino. Wałęsa, durante il regime comunista lavorava come un elettricista del Cantiere Navale di Danzica e fondò Solidarność (la prima organizzazione sindacale indipendente del blocco sovietico). Attraverso una rivoluzione pacifica e il dialogo con il governo è riuscito a vincere le prime elezioni in Polonia e a chiedere al paese un nuovo assetto costituzionale, liberandolo definitivamente dal regime comunista portando la democrazia, dando esempio di una rivoluzione pacifica anche agli altri paesi del blocco comunista (per. es. la caduta del Muro di Berlino). Oggi, dopo quasi trent’anni dall’acquisizione della democrazia in Polonia, Wałęsa usa lo stesso poster elettorale per ricordare lo sforzo che è stato fatto per arrivare alla democrazia così tanto sognata da molti, che rischia oggi di nuovo di essere infranta da posizioni politiche orientate verso destra. Le strade polacche sono state scenario di numerose proteste delle donne (es. “Protesta Nera”[2]) a causa delle proposte di leggi sulla riduzione del diritto all’aborto, in difesa della costituzione e dei tribunali liberi, e a sostegno dei diritti delle minoranze LGBT e degli immigrati. Quasi parallelamente nelle strade di Varsavia, si è svolta una grande marcia internazionale degli ultranazionalisti; questo sulle strade di una città rasa al suolo durante la seconda guerra mondiale da nazisti nel paese che maggiormente ha subito la loro oppressione, sede delle atrocità dell’olocausto.
É possibile che si torni a scegliere democraticamente una politica che distoglie lo sguardo dalle manifestazioni antidemocratiche? Forse ci si abitua facilmente alla “pace” e a diritti fondamentali del cittadino. Si scorda che la democrazia ha in sé la libertà di esaurirsi se ci “dormiamo sopra”? Forse la paura dello straniero, del diverso, dell’altro, spinge a scegliere di affidare la propria sicurezza a un padrone?

Jacques Lacan, nel Seminario XI, nota un aspetto importante che in parte potrebbe spiegare alcuni elementi storici riportati sopra: “C’è qualcosa di profondamente mascherato nella critica della storia che abbiamo vissuto. É, presentificando le forme più mostruose e pretese superate dall’olocausto, il dramma del nazismo. Ritengo che nessun senso della storia, fondato sulle premesse hegelo-marxiste, sia capace di rendere conto di quella risorgenza per cui si verifica che l’offerta a dèi oscuri di un oggetto di sacrificio è qualcosa a cui pochi soggetti possono non soccombere, in una mostruosa cattura. L’ignoranza, l’indifferenza, il distogliere lo sguardo possono spiegare sotto quale velo questo mistero resti ancora nascosto. Ma per chiunque sia capace di volgere verso questo fenomeno uno sguardo coraggioso (…) il sacrificio significa che, nell’oggetto dei nostri desideri, noi tentiamo di trovare le testimonianze della presenza del desiderio di quell’Altro che qui chiamo il Dio oscuro.”[3]La facilità con la quale ritornano, nella parabola della storia, delle soluzioni politiche di discriminazione o di intolleranza del “altro diverso” sembra avere a che fare con questo “distogliere lo sguardo”.
Che funzione può avere il desiderio dell’analista nella politica dato che opera uno per uno con il soggetto? Sicuramente non si tratta di orientare verso un ideale politico. Si tratta di “svegliare” il soggetto su argomenti di cui “non si vorrebbe sapere niente”. La psicoanalisi mira alla differenza assoluta, alla soluzione singolare dell’ogni soggetto, a una diversa posizione rispetto al sapere, soluzioni non standarizzate, che tengano conto della legge. L’esempio del regime mostra che un sistema politico può schiacciare la singolarità del soggetto mirando a rendere tutti “uguali” segregando chi non si adatta all’ideale. Questo schiacciamento soggettivo alla norma coincide con il fatto di sentirsi nella massa senza nessuna voce in capitolo. Come si descrive il personaggio di “Piccola Apocalisse” di Tadeusz Konwicki, nello scenario del regime comunista: “Perché io ho un straordinario istinto di imitazione. Qualsiasi cosa io abbia fatto, risultava, che anche tutti gli altri l’hanno già fatto. Mi ritrovavo nel mezzo. In un bel mezzo della media statistica.”[4]In un’altra citazione del libro Konwicki esprime questa apatia delle masse ancora meglio: “Non ci sono buoni e cattivi. C’è una folla sfortunata che si calpesta i piedi. (…) C’è la notte. Notte dell’indifferenza, notte dell’apatia, notte del caos.”[5]
In questo caso non si parla della segregazione ma di una spinta da parte del regime a rendere tutti uguali, utili al popolo. L’importanza della psicoanalisi sta proprio nel fatto di dare al soggetto lo statuto di singolarità, spostandolo dalla depersonalizzazione richiesta dalla società. La democrazia dà proprio la possibilità di un movimento e di una tolleranza per il godimento altro rimanendo allo stesso tempo sotto la legge.
Come dice Lacan, “Il desiderio dell’analista non è un desiderio puro.” che sfocia nel sacrificio.[6]Si tratta del desiderio di raggiungere la differenza assoluta nella quale sorge la significazione di un amore senza limite, fuori dalla legge ma che può esserci solo all’interno della legge.[7]Il desiderio dell’analista che mira alla differenza assoluta non può esistere senza il desiderio di democrazia. Lo “schiacciamento” del soggetto nella media statistica e l’omologazione alla massa sono il rovescio della logica del desiderio dell’analista. Così si tiene “sveglio” il soggetto che cerca di “saperne qualcosa” del proprio desiderio senza anestetizzare o distogliere lo sguardo dal’ “altro”.

[1] Traduzione mia dalla lingua polacca: “Nie śpij bo Cięprzeglosują. Wybory ’89”
[2] Traduzione mia: “Czarny protest”
[3] J. Lacan, Il seminarioXI, I quattro concetti fondamentali della psicoanalisi(1964), Einaudi, Torino 2003, p. 270.
[4] Cit., trad. mia dalla lingua polacca, T. Konwicki, Mała Apokalipsa (1979), Wydawnictwa Alfa, Warszawa 1988, p. 60.
[5] Ibidem, cit., p.159, traduzione mia.
[6] J. Lacan, Il seminarioXI, I quattro concetti fondamentali della psicoanalisi(1964), cit.,p. 271.
[7] Ibidem.