Isabel Capelli
Per la Scuola orientata dall’insegnamento di Lacan, la psicoanalisi non sarebbe stata possibile senza il desiderio del soggetto Freud. La psicoanalisi s’inventa da questo desiderio. Sebbene il desiderio di Cartesio o quello di Galileo nella produzione di sapere rappresenti le precedenti condizioni di nascita della psicoanalisi, questa non è stata scoperta né inventata se non dal desiderio di Freud. Come ci ricorda Jacques Alain Miller “è stato necessario quel desiderio impuro per trovare la psicoanalisi.”(1)
Lacan parla in Nota Italiana di “un desiderio inedito che si tratta di verificare: per fare l’analista”.(2) Si tratta di un desiderio di sapere, che è un’indicazione di avere portato fino alla fine la propria analisi.
Un desiderio di un soggetto diviso dal significante, un desiderio di un soggetto che parla nel suo sintomo.
Se il soggetto è il soggetto della rimozione, è il soggetto di un desiderio di non sapere . Il contrario è il soggetto supposto sapere, perché è soggetto nella misura in cui si suppone che parla.
Però alla fine dell’esperienza si dovrebbe arrivare alla destituzione soggettiva.
Miller ci ricorda il tragitto compiuto da Lacan per situare come si va da uno all’altro , cioè una diacronia che va dallo SsS alla destituzione soggettiva.
Quello che rimane fuori però, è la questione dell’essere, ossia l’oggetto a.
Se nel discorso dell’analista dalla parte sinistra troviamo l’oggetto acome agente sopra il sapere, dal lato destro troviamo il soggetto diviso dal simbolico sopra il significante padrone.
. a . > $ .
S2 // S1
Come potrebbe il soggetto accedere alla posizione di a?
“Come affrancare la barriera dell’impossibile per accedere al lato sinistro del discorso che indica la posizione dell’analista?” (3)
Mentre per la scienza c’è un sapere nel reale, la psicoanalisi sostiene il contrario perchéil sapere ènella parola, e il suo reale èil non c’èrapporto sessuale,perché non è possibile scrivere questo rapporto.
Al termine dell’esperienza analitica, il soggetto ha fatto il suo percorso di analizzante, sotto una direzione della cura, e quest’ascesi permetteràche il soggetto arrivi al punto di sapere essere scarto e trovare la singolarità del suo godimento.
Il sapere rimane per Lacan, lo scarto,il sicut paleariferendosi a Santo Tommaso e resta dalla parte dell’analizzante.
Per l’analista, si spera che sappia essere sembiante dello scarto nell’esperienza per un altro soggetto.
Al registro dell’aspetto clinico e alla teoria che si estrae dall’esperienza, serve pensare la politica della psicoanalisi in rapporto alla soggettività della nostra epoca. Se l’inconscio èla politica, Lacan propone all’analista: (…) Cioèla sua politica, in cui farebbe meglio a trovare un punto di riferimento nella sua mancanza – ad – essere che nel suo essere. (4)
Nella Scuola –soggetto c’èun transfert di lavoro uno per uno, in cui ci s’impegna come agenti di un discorso perché: “Noi siamo i sostenitori di un sapere che non èridotto all’apprendimento.”(5)
1) J.-A. Miller, Los cuatro conceptos fundamentales del psicoanalisis, Seminario del Campo Freudiano, Madrid, 1989-1990,pubblicazione dell’Istituto del Campo Freudiano ELP, p.13.
2) J. Lacan, Nota italiana, Altri Scritti, Torino, Einaudi, 2013, p.305.
3) J.-A. Miller, “El banquete de los analistas” Corso dell’orientamento lacaniano,1989-1990, Buenos Aires, Paidòs, 2000, p.402.
4) J. Lacan, La direzione della cura, Scritti vol. II, Torino, Einaudi, 2002, p. 585.
5) D. Laurent, Conversazione della Scuola Una sul tema Il Sapere e la Scuola, Barcellona, 6.4.2018, Lacan Quotidien n. 776.