Istituto freudiano, Antenna del Campo freudiano di Napoli
Seminario Fondamentale
Docente invitato: PATRICK MONRIBOT
Cap. XV-XVI “Coda”
Caso clinico presentato da CHIARA MANGIAROTTI
Luogo:
Online su Zoom
“…o peggio”
Seminario XIX – Jacques Lacan
L’uno in sé. Se l’uno è uno, non ammetterà nessuna forma pluralità, sia essa interna o esterna. L’uno quindi non è composto di parti, non è in nessun luogo, e non è né in movimento né in quiete, ed è esterno al tempo. Tuttavia in questo modo, nessun altro ente potrà esistere all’infuori dell’uno, nemmeno l’essere stesso. Ma non esistendo l’essere, nemmeno l’uno sarà (137c4-142a8). Dal Parmenide di Platone.
J. Lacan, in questo denso e articolato Seminario, fa uso della logica proposizionale e della logica intuizionista che gli consentono, ponendole al centro della scena analitica, di giungere alla definizione delle posizioni diversificate del godimento maschile, per cui vale l’universale del fallo, e il godimento femminile che se per un verso si relaziona all’uomo condividendo il godimento fallico, per l’altro ha a sua disposizione un altro godimento non referenziale, che viene chiamato l’Altro godimento e, asintoticamente, guarda all’infinito. Non è casuale che in questo seminario gli siano compagni di viaggio i più grandi matematici e logici dei secoli precedenti: Frege, Pascal, Peirce, Perelman e altri. Per affermare questa asimmetria tra godimento maschile e femminile egli ricorre a definire la formulazione del pas-tout che apre alla singolarità di un godimento altro, diverso per ogni donna. Di qui l’affermazione che la donna non esiste, divisa come è tra questi due godimenti. Esistono dunque le donne, prese una per una. Il godimento femminile quindi non si pone tutto nella dimensione della castrazione, vale a dire che la castrazione non determina del tutto la posizione femminile. Esiste quindi un altro godimento reperibile ma indefinibile di cui testimonia il rapporto che i mistici intrattengono con Dio. Questo godimento fa Uno, tratto unario, che significa lo stesso e che è ineliminabile e in quanto reale si sottrae a qualsiasi simbolizzazione. L’attenzione dell’analista va dunque posta a “ questo Uno fuori catena. “L’uniano – ci dice Porge – designa il modo in cui questo unario, contabile, si lega al vuoto. “
Questa caratteristica viene a descrivere l’alterità radicale dell’altro sesso, e rimarca l’unicità del soggetto nel reale del proprio godimento. L’attenzione, allora, va posta sull’al meno uno maschile, e sulla assenza femminile prodotta dal Pas-toute. . Questo uno, Uno-Tutto-Solo è il godimento. Con tale questione, dentro e fuori dalla filosofia, Lacan qui si confronta, a partire da quel dialogo platonico in cui a parlare, a dirsi, è proprio l’Uno stesso, il Parmenide.
In questo Seminario, complesso quanto affascinante, abbiamo allora una definizione capitale del reale “ ciò che non si può scrivere “ , ciò che, con riferimento alla teoria degli insiemi, sfugge alla presa di qualsiasi scienza, ad ogni tentativo di scalfirlo con il linguaggio, e che, in genere, l’ essere umano vive nel corpo come un’ innominabile afflizione: il suo corpo stesso. Lacan, per poterne discutere fa riferimento alla logica modale. Su questo ineffabile godimento, nel Seminario successivo, verranno costruite le formule che interdicono il rapporto sessuale. La struttura è la logica, è una forma di combinatoria (molto vicina all’algebra di Boole e ancor di più alla teoria di Frege), perché la logica modale è l’unica forma simbolica che abbia presa sul reale. La teoresi che Lacan riporta nel seminario XIX gli consentirà di scrivere, nel seminario successivo Encore le formule della sessuazione.
Orario: 9:30 – 16:00
INCONTRI ONLINE SU ZOOM
Appuntamenti successivi
15 aprile 2023
17 giugno 2023