Ancona, 10 dicembre 2016
Auditorium Mole Vanvitelliana – ore h.9:00-16.30

Urgenza e crisi sono due significanti che attraversano la società e le istituzioni sociali.

L’urgenza richiama una condizione che incalza, e che necessita di un intervento tempestivo, rapido ed efficace. La nostra epoca è segnata da innumerevoli urgenze sociali, che destano allarme e domandano risposta. Spesso le istituzioni sociali stesse nascono come risposta per trattare quel reale che, diversamente, diviene dirompente.
Ma l’urgenza sociale non sempre coincide con l’urgenza soggettiva. Sappiamo, soprattutto a partire dal lavoro istituzionale, che ciò che l’Altro sociale considera con allarme non necessariamente è ciò che tocca il soggetto nel suo intimo spingendolo verso una domanda o, almeno, una richiesta di aiuto.
In questo scarto fra l’emergenza sociale e ciò che si produce, caso per caso, come urgenza soggettiva, spesso si colloca il lavoro di chi opera nelle istituzioni, a volte specificatamente preposte a trattare quella che si produce come una domanda sociale di sopire ciò che preme e incalza e spesso tenute ad accogliere persone “inviate”, che non portano alcuna domanda.

Anche “crisi” è un significante padrone della nostra epoca. Crisi economica, anzitutto, con le sue ricadute lavorative, sociali, familiari; crisi politica e ideale, effetto dell’epoca in cui il Nome del Padre diviene evanescente e domina la spinta al godimento.
L’esperienza di lavoro nelle istituzioni mostra che se il momento di crisi può lasciare i soggetti senza risorse per far fronte al nuovo, può essere anche un’occasione di cambiamento, laddove qualcuno, che può mettere in atto un ascolto avvertito, accoglie l’appello che gli si rivolge. Jacques-Alain Miller, in un‘intervista del 2006, dice: “C’è crisi, nel senso psicoanalitico, quando il discorso, le parole, le cifre, i riti, la routine, tutto l’apparato simbolico improvvisamente si mostra impotente a temperare un reale che fa di testa propria”
In luogo di risposte standardizzate che puntano a rispondere al bisogno e a cancellare – ammesso che sia possibile – la sofferenza, l’esperienza analitica può trasformare la crisi in opportunità per ciascuno di scoprire nuove risorse soggettive con cui far fronte all’impossibile che incontra sul suo cammino.

La Giornata si propone di mettere a confronto esperienze svolte in istituzione da membri e partecipanti della SLP, che mostrino come il discorso analitico applicato all’esperienza istituzionale possa affrontare l’urgenza e la crisi tenendo conto del soggetto, per accompagnare uno per uno coloro che accolgono verso una modalità più vivibile di avere a che fare col disagio della civiltà contemporanea.



Cari amici, cari colleghi,
la Giornata Nazionale sulla psicoanalisi applicata “Urgenza e crisi” è stato un vero momento di incontro, di dibattito, di discussione per tutti coloro che sono stati presenti. L’ottima qualità degli interventi, che hanno testimoniato in modo rigoroso della clinica che si svolge spesso in situazioni estreme, dove l’etica della psicoanalisi si rivela la preziosa bussola per l’orientamento in una clinica “senza standard ma non senza principi”, ci hanno apportato moltissimi spunti di lavoro, di discussione, di elaborazione. Il generoso coinvolgimento dei colleghi delle Marche, che vorrei ancora una volta sentitamente ringraziare a nome di tutti i partecipanti alla Giornata, oltre che a nome personale e del Consiglio SLP, per l’impegno e il lavoro che hanno dedicato alla riuscita di questo appuntamento, nella bellissima e suggestiva cornice della Mole Vanvitelliana, ha fatto sì che la Giornata fosse anche un momento piacevole, in cui ciascuno si è sentito accolto. Un ringraziamento va inoltre a Jean-Daniel Matet, presidente dell’Eurofederazione di Psicoanalisi, che ci ha accompagnati lungo lo svolgimento della Giornata, non facendo mancare il suo apporto alla discussione, e proiettandoci, infine, verso i prossimi appuntamenti della Scuola: quelli nazionali e l’importante appuntamento di Pipo 8, la cui portata clinica e politica ben si articola con i temi di questa Giornata. Che gli echi di questo lavoro collettivo si facciano sentire e riverberino nella pratica di ciascuno: questo è l’augurio che rivolgo a tutti coloro che situano il loro lavoro nella Scuola.

Un caro saluto a tutti
Paola Bolgiani Presidente SLP