Istituto freudiano, Antenna del Campo freudiano di Napoli
Gruppo di Studio
Docente Invitato: Fulvio Sorge
Evento online su Zoom
Triebe und Triebchicksale (PULSIONI E LORO DESTINI) 1915
Nel suo trattato, Freud dichiara che «lo studio delle pulsioni presenta difficoltà quasi insormontabili dal punto di vista della coscienza», per questo motivo si baserà sull’indagine psicoanalitica dei disturbi psichici che nel manifestare, mediante il conflitto tra le esigenze della sessualità e quelle dell’Io, l’impasse dei processi mentali, mettono a nudo alcuni aspetti salienti delle dinamiche pulsionali. «Al loro primo apparire le pulsioni sessuali si appoggiano alle pulsioni di autoconservazione (da cui si separano soltanto un po’ alla volta) e, anche nel rinvenimento dell’oggetto, seguono le vie che vengono loro indicate dalle pulsioni dell’Io. Una loro porzione rimane associata per tutta la vita alle pulsioni dell’Io e fornisce a queste ultime componenti libidiche, che rimangono facilmente inavvertite quando la funzione è normale, e che solo il manifestarsi della malattia rende palesi. Le pulsioni sessuali si caratterizzano per la loro capacità di assumere funzioni in larga misura vicarianti le une rispetto alle altre, e per la facilità con cui mutano i propri oggetti. In base a queste ultime proprietà sono capaci di prestazioni che si allontanano, in maniera evidente e considerevolmente, dalle mete originarie.
Siamo costretti a limitare l’indagine dei destini in cui possono incorrere le pulsioni nel loro sviluppo e della vita umana alle pulsioni sessuali che conosciamo meglio. L’osservazione ci insegna che una pulsione può avere diversi destini. Trasformazione nel contrario; il volgersi sulla persona stessa del soggetto; la rimozione, la sublimazione. A cominciare da alcune considerazioni sulla dementia precox e sulla parafrenia (in particolar modo rivolgendosi al delirio di grandezza e al distacco dell’interesse da persone e cose del mondo esterno.
Freud ritiene che uno dei destini della libido sia quello di potersi sottrarre al mondo e investire l’io
Questa considerazione clinica comporta un’aggiunta teorica a quanto pensa della libido: alla divisione tra pulsioni sessuali e pulsioni di autoconservazione, S. Freud constata la necessità di distinguere necessità di distinguere anche tra una libido oggettuale (rivolta agli oggetti del mondo esterno) e una libido narcisistica (rivolta all’io). Da qui Freud passa in esame le vicissitudini del narcisismo e della libido ad esso correlata nelle malattie organiche, nello stato di sonno, nell’ipocondria, e infine nella vita amorosa dell’uomo e della donna. Per quest’ultima classe di fenomeni, Freud dividerà la scelta amorosa in scelta “per appoggio” e scelta “di tipo narcisistico”. Nella prima si ama come oggetto sessuale la persona che ha che fare “con la nutrizione, la cura, la protezione”; nella seconda si cerca “se stessi come oggetto d’amore”.