Il numero Violenza si chiude in un tempo straordinario. La violenza del Covid-19 ci colpisce, spariglia le carte, scompagina le agende. E la psicoanalisi? Come psicoanalisti della Scuola di Lacan cerchiamo di far consistere il legame nell’assenza.
In questo tempo straordinario, siamo lieti e onorati di fare una sorpresa ai lettori di “attualità Lacaniana” inaugurando una nuova fase della rivista, che vedrà da questo numero in poi, la pubblicazione dei testi di Jacques-Alain Miller, erede e curatore testamentario dell’opera di Jacques Lacan. In questo numero pubblichiamo Commento a Funzione e campo della parola e del linguaggio, già pubblicato nel 1996 nei “Quaderni milanesi”, dedicato al tema dei poteri della parola.
Precisamente Lacan inaugura il suo insegnamento con Funzione e campo della parola e del linguaggio, noto come il Discorso di Roma, risvegliando gli analisti ricordando ciò che era stato dimenticato dopo Freud, la funzione della parola.
Possiamo reperire, nei contributi dei diversi autori che hanno permesso la realizzazione di questo numero, come, attraverso la parola, si possa far fronte all’irruzione della violenza e alla forclusione del soggetto operata dal matrimonio letale tra discorso della scienza e discorso del capitalismo. Tra le righe, da un lato, possiamo leggere gli effetti della biopolitica sui folli, sui detenuti, sui migranti, sui bambini, sulle donne, ma, dall’altro, all’orizzonte, il discorso analitico ha il compito etico di farsi portatore di una politica al rovescio che si contrapponga ai discorsi che uccidono il soggetto riducendolo a puro scarto.
Con poesia, potremo leggere come si scrive la riduzione al silenzio, sublime forma di violenza, e come si ricordano le vittime trascurate delle guerre. Per dirla con Lacan, se «ciò che si può produrre in una relazione interumana è o la violenza o la parola», oggi, più che mai, occorre fare buon uso della parola per contrapporsi, in atto, alla violenza, alla pulsione di morte che non cessa di scriversi.

OUVERTURE
Editoriale –  Monica Vacca
“La fotografia è un atto di violenza” – Céline Menghi
Commento a Funzione e campo della parola e del linguaggio in psicoanalisi – Jacques-Alain Miller

Violenza
Violenza, che dirne? – Omar Battisti
Sulla punta della lingua – Marie-Hélène Blancard
“Questa è una violenza!” – Luisa Di Masso
L’insulto e il dominio della violenza – Philippe Lacadée
Un carcere di massima sicurezza per reati di mafia in Sicilia. Uno psicoanalista. Violenza logica e aggressività semantica del “pensiero mafioso” – Carlo Monteleone
Violenza e perizia psichiatrica – Pasquale Mormile
Omofobia e violenza, declinazioni contemporanee – Mary Nicotra

V I O L E N Z A
Dalla vulnerabilità del soggetto alla violenza dell’Altro. Tra psicoanalisi ed etnopsichiatria – Sebastiano Vinci
Ravage e violenza – Giuliana Zani

La passe nella Scuola Una
Sogni mia prosa? – Gian Francesco Arzente
Lasciarsi scrivere – Maria Josefina Sota Fuentes
L’occhio della gattaiola –  Lidia Ramirez
Lasciare che passi… Florencia F.C. Shanahan

Psicoanalisi-Politica
Il tempo del lutto che fa fatica a compiersi – Pietro Enrico Bossola
Discorsi e godimenti malvagi – Éric Laurent
Violenze e il multiplo in America Latina. Attuali incidenze della psicoanalisi e degli analisti nella  politica – Alejandro Reinoso

INCONTRI
Bambole – Edith de Hody Dzieduszycka
Lo spettacolo della violenza e la violenza dello spettacolo: il cinema di Michael Haneke – Fabio Ferzetti
Guerra, violenza, bambini – Eric Salerno
Violenze – Benedetto Saraceno
A corpo sordo, colpo di silenzio – Antoni Vicens

INTERVISTE
Il segreto del rosso. Intervista a Paola Gandolfi a cura di Monica Vacca
La voce e il cemento. Intervista a Maurizio Torchio a cura di Matteo Bonazzi

LETTURE
Quale Europa, al Forum di Milano? – Anna Castallo
Leggere mu –  Fabio Galimberti
Don Giovanni: una faccenda da donna? – Alide Tassinari