Editoriale

Cartello oggi comincia la sua serie di numeri dedicati a un tema specifico. In questo numero, potremo leggere delle riflessioni sul tema della sorpresa nell’esperienza del cartello. Come indicava J.-A. Miller nel suo Corso La fuga del
senso, “negli analisti, la corsa all’uno da solo è comunque mortale. Ed è con questo spirito che Lacan proponeva il cartello come rimedio, non come un gadget supplementare, ma perché l’elaborazione anche di un analista sia comunque
inserita in una micro società, e non semplicemente come un metodo di apprendimento ma proprio come un metodo di controllo” (19 giugno 1996).
Mentre l’uno da solo produce spesso solo lo stesso, il cartello è il luogo deputato all’incontro e al confronto con l’altro che, eventualmente, può facilitare la precipitazione di una lettura diversa, dei testi e del proprio approccio, può quindi fare spazio alla sorpresa. È necessario, però, acconsentirvi.
Nel presente numero, Maria Laura Tkach (Torino) ci parla degli effetti di sorpresa in un cartello. Carla Antonucci (Roma) sottolinea il fatto che la sorpresa è la condizione per il rilancio del sapere. Adriana Fabiani (Varese) si interroga
sullo stile di domande necessario per tener vivo il sapere. Da ultimo, Jeff Erbe, membro statunitense della New Lacanian School, scrive della sua esperienza di cartello-lampo, un cartello che riduce le distanze e che affretta i tempi.
In vista della prossima Giornata Clinica Nazionale intitolata Addictions dipendenze nel XXI secolo (Padova, 9 novembre 2019) vi invitiamo a creare dei cartelli-lampo per lavorare sul tema delle dipendenze oggi.
Cartello darà spazio ai vostri elaborati!
Buona lettura!

Adele Succetti
Delegata nazionale ai cartelli