E. Macola – A. Turolla

L’angoscia è l’inatteso, la visita, la notizia, tutto ciò che esprimiamo con il termine presentimento. Secondo Freud, ci appare come estranea benché tocchi l’intimità del nostro essere sino a farlo vacillare. Costituisce il lato più sgradevole, più difficile da dire e da rappresentare. Al suo manifestarsi, qualcosa del rapporto con il mondo s’incrina, le certezze vengono sospese e si apre una dimensione che non è più della realtà, sebbene stia al cuore della nostra vita: Lacan la chiama dimensione del reale. L’angoscia è un’esperienza logicamente necessaria, non accidentale, benché improvvisa e non padroneggiabile. Senza di essa non potremmo diventare soggetti responsabili, né avere desideri e costruttivi rapporti con gli altri.
I contributi di questo volume, che raccoglie il lavoro di insegnamento della Scuola Lacaniana a Padova, si impegnano ad esplicitare il ruolo dell’angoscia come rivelatrice della verità, come fenomeno espansivo prioritario che dissolve tutto il resto.
Alla storia del concetto, con i suoi sviluppi teorici, si dedica il primo comparto del testo. Fanno seguito alcuni paradigmi letterari dell’angoscia e il rapporto tra l’angoscia e le donne. Conclude il volume una quarta parte che fa riferimento all’emergenza clinica attuale mettendo in evidenza i rapporti tra l’angoscia, le varie forme di dipendenza e il panico.