Presentazione di Antonio Di Ciaccia.
La prima parte del volume, «Conferenze di estetica lacaniana», è uscita in Francia nel 1997 con il titolo Conférences d’esthétique lacanienne, Éditions Agalma, Paris. Traduzione di Nuccia. Le «Lezioni romane» sono state tradotte da Anne Dunand, Céline Menghi e Roberto Cavasola nel corso dell’insegnamento all’Istituto freudiano. A partire dalla registrazione originale esse sono state tradotte e redatte da Michele Bianchi e Vincenzo Rapone.
Se c’è un’etica della psicoanalisi, come viene affermato in una di queste conferenze, non c’è estetica della psicoanalisi. Si rimarrà allora sorpresi che il titolo supponga che ci sia almeno un’estetica lacaniana. Ma il titolo può non implicare neppure questo, ma soltanto che possa esserci dell’estetica lacaniana. Vale a dire che a partire da Lacan possiamo orientarci in più modi: nelle questioni dell’arte, nell’arte di analizzare, nell’antifilosofia – come un’arte della disinvoltura nei confronti delle dottrine, prendendo qua o là una qualche trovata filosofica – e nella catarsi infine, cioè l’arte di gestire gli affetti, i propri e quelli degli altri.