A cura di Jacques-Alain Miller
LA CONVENZIONE DI ANTIBES
Astrolabio, Roma 2000
Nella storia della psicoanalisi ci si è interessati evidentemente alla psicosi straordinaria, a uno Schreber, mentre questo volume presenta degli psicotici più modesti che si collocano nella media: la psicosi compensata, la psicosi di supplemento, la psicosi non-scatenata, la psicosi medicata, la psicosi in terapia, la psicosi in analisi, la psicosi che evolve, la psicosi da sinthomo.
Lo psicotico come il normale sono variazioni del parlessere. Lo psicotico non è un’eccezione e il normale neppure. Tutti uguali davanti al godimento, tutti uguali davanti alla morte. Distinguiamo non classi, ma modi.
Se l’Altro esiste, possiamo decidere per il sì e per il no, ci sono dei criteri, delle “ripartizioni”. Ma quando l’Altro non esiste, si è nel più o meno. Qual è la verità delle cose umane? Dovunque si vada, dovunque ci si trovi, il reale si presenta sotto forma di curva di Gauss.
Il certo è rarissimo. Poi, c’è il “sicuro ma non certo”: si sa che è così ma non lo si può dimostrare. Infine, c’è il “non è sicuro”. Noi lavoriamo nel non è sicuro. “Non è sicuro”, è la replica universale. Si è quasi sempre nel più o meno.
Benché esistono dei luoghi come la Croisette, la Promena des Anglais, a Nizza, la Planches di Deauville, la nostra Convenzione, il pensiero è condannato all’approssimazione, alla conversazione. Non bisogna però accontentarsene. E’ perché nella pratica siamo condannati al pensiero approssimativo che occorre mantenere la nostra rotta verso il matema.