Laura Storti
Presidente della SLPcf

Di fronte all’ennesimo evento che vede soggetti migranti, minori e adulti, esposti alla sofferenza della ricerca di un porto sicuro, le istanze della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi del Campo Freudiano condividono la profonda preoccupazione del Gruppo di lavoro su “Etnopsicologia e psicologia delle migrazioni” dell’Ordine degli Psicologi della Regione Sicilia per il grave pericolo che, in questi giorni, si sta ripresentando nel mare Mediterraneo. Il protrarsi dell’attesa di un attracco e le condizioni che prevedono un criterio differenziale nell’autorizzare lo sbarco in un porto sicuro alle persone “selezionate e ritenute fragili o vulnerabili”, lasciando a bordo le persone non individuate come tali, è un grave atto di diniego del diritto alla salute e alle cure di soggetti che sono stati esposti a traumi estremi, a torture, a violenze intenzionali e che sono state vittime di naufragi assistendo anche alla morte di propri familiari o di altri compagni di viaggio.

11 novembre 2022

https://www.oprs.it/ultime-notizie/la-valutazione-del-rischio-psicologico-non-e-questione-ideologica/

L’Ordine degli Psicologi della Regione Sicilia sostiene con fermezza che al tema della valutazione dei fattori di rischio psicologico non ci si debba approcciare secondo un orientamento ideologico e politico, ma esclusivamente scientifico.

Confidiamo nel fatto che i colleghi psicologi saliti a bordo della Geo Barents e della Humanity1 abbiano agito secondo scienza e coscienza e nel pieno rispetto del loro mandato professionale.

Ricordiamo, infatti, che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce la salute nei termini di “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non semplice assenza di malattia o di infermità”.

Gli psicologi, inoltre, nel loro agire professionale quotidiano, devono attenersi al rispetto del loro codice deontologico che, all’art. 4 afferma che lo psicologo “non opera discriminazioni in base a religione, etnia, nazionalità, estrazione sociale, stato socio-economico, sesso di appartenenza, orientamento sessuale, disabilità”. Ci siamo già espressi sulla difficile individuazione di sintomi di disturbo post traumatico complesso da parte dei sanitari che non abbiano adeguate competenze in materia di traumi estremi, violenze intenzionali e torture. In merito, rimandiamo al nostro precedente comunicato e alle Linee guida ministeriali in materia.

Nelle suddette Linee guida si raccomanda l’importanza della individuazione precoce di eventuali segnali di disagio ed è superfluo ricordare come una simile operazione sia di competenza esclusiva dei professionisti della salute mentale, psicologi, psicoterapeuti e psichiatri.